
Venerdì 9 dicembre 2022, Gloria Bonucci ha intervistato Giò di Sarno per una bellissima puntata tutta dedicata ai dolci di Natale.
Intervista a Giò di Sarno.
Gloria: Amici dei Mangiadischi affamati di musica, con noi un’ospite d’eccezione. Oltre ad essere una bellissima creatura, è anche una bravissima cantante, cantautrice, attrice di teatro, di musical e direttrice artistica di uno degli eventi trasteverini più belli. Diamo il benvenuto nella mia cucina a Giò Di Sarno.
Giò: Grazie! Grazie a voi per l’invito.
Gloria: Grazie a te, Giò. Ti seguo da diverso tempo, ma solo ora ho deciso di contattarti per questa intervista, visto che sto vivendo un periodo di transizione molto importante e quindi leggere sui giornali di te, delle sofferenze che hai dovuto sopportare durante la tua giovinezza, ma che hai sconfitto con la tua bravura e determinazione, mi dà una carica pazzesca. Tu davvero non ne hai idea. Io sono convinta che le ragazze cresciute con dolore, da grandi hanno sempre una marcia in più. Lo pensi anche tu?
Giò: Non credo ad una vita senza sofferenze. E comunque dipende dal grado di sopportazione della sofferenza. È giustificabile anche chi si lamenta dell’unghia rotta, se ha un grado di sopportazione basso. Inoltre dipende anche dall’età e dall’esperienza che si ha. Chiaramente più vai avanti con le tappe, si accumulano sia le gioie che i dolori, però l’essere umano è portato a ricordare di più i dolori. C’è gente che ha veramente avuto sofferenze indicibili e non le racconta, le tiene dentro di sé e per far sembrare che vada tutto bene sorride sempre, quindi non si può giudicare. La vita è complessa per tutti.
Gloria: Concordo. Giò, tu sei di origine napoletana, ma ti sei trasferita a Roma, che è diventata la tua nuova casa. Mi ci rispecchio in questa cosa perché lo è stata anche per me per almeno due anni della mia vita. Roma è una meraviglia a cielo aperto, ti accoglie e se hai talento ti sa donare tantissimo.
Giò: Io sono della provincia di Napoli, sottolineo vesuviana, la classica “cafona”. Il Vesuvio appartiene a noi. Napoli la vedi in lontananza, gli facciamo da cornice e la osserviamo in lontananza. Napoli è piccina come quasi un quartiere di Roma. Roma è dieci volte Napoli, è immensa. Tra la provincia e il centro di Napoli centro ci saranno 30 chilometri di distanza. Pensa invece che il raccordo anulare misura 84 chilometri e Roma si stende oltre il raccordo. Non c’è paragone tra le due città. Comunque Napoli e Roma accolgono allo stesso modo, sono città aperte. Napoli è ancora più aperta, nel senso che accoglie senza giudicare. Forse Roma accoglie giudicando, Napoli no, accoglie e basta.
Gloria: È vero, infatti ho visitato varie volte Napoli, anche per lavoro e concordo. Ora parliamo del tuo repertorio musicale, che è vastissimo. In particolare mi volevo soffermare su un cd che contiene i classici partenopei con testi in lingua spagnola. Ti ho sentito cantare in modo magistrale Maruzzella in spagnolo, ho percepito tradizione, passione e grande coinvolgimento. Ci vuoi parlare di questo brano, che tra poco andremo ad ascoltare?
Giò: Questo lavoro ormai ha tanti anni. È stato pensato nel ‘96/’97 e realizzato nel 2000, però è sempre attualissimo perché è un classico napoletano, ma rivisitato in lingua spagnola, con un bellissimo arrangiamento che sembra fatto ieri. Quando sono in tour la propongo, assieme a Indifferentemente e alla Tammurriata e risulta sempre fresca e moderna. Tieni presente che sono anche una cantautrice, quindi canto canzoni scritte da me, oppure propongo il repertorio di Gabriella Ferri. Dipende dallo spettacolo che devo organizzare. Non canto mai solo i classici napoletani, ci sarebbe una tale concorrenza… O fai una cosa diversa oppure veramente sei una goccia nell’oceano. Anche così sono una goccia nell’oceano, ma almeno ho fatto qualcosa che è mio e di nessun altro.
Gloria: Ho voglia di ascoltare la bellissima Maruzzella. La facciamo sentire ai nostri ascoltatori?
Gloria: Abbiamo ascoltato la tua versione di Maruzzella cantanta in spagnolo. Sfido io a non battere le mani per accompagnare questo brano spettacolare! Ma toglimi una curiosità, Giò, la Maruzzella o Maruzza è la lumaca di mare in dialetto napoletano, giusto?

Giò: Sì, è la lumachina di mare. Qualcuno chiama Maruzzella anche le bambine che si chiamano Maria.
Gloria: Io ho già fame, perché penso alla ricetta delle maruzzelle col sugo, fatte col San Marzano, aglio, olio extravergine d’oliva, peperoncino, prezzemolo e ‘o pane abbrustolito.
Giò Sì, tieni presente che si fanno anche bollite, con l’aggiunta di olio, limone e prezzemolo, tipo insalata di polpo. A Pozzuoli, ad esempio, fanno piatti strepitosi. Trovi ancora la cucina “povera” . Ci sono diverse trattorie che fanno questo tipo di cucina dove veramente mangi in modo tradizionale.
Gloria: Ah, che meraviglia! Io so che tu sei una gran cuoca, ho visto anche le foto della tua cucina, che adoro. Complimenti! Giò, sai, la puntata di oggi dei MANGIADISCHI è dedicata ai dolci, soprattutto a quelli di Natale. Ricordiamo quelli della tradizione napoletana: Mustaccioli, Roccocò, Raffiuoli, Divino Amore, Susammielli, Struffoli. Tu ami cucinare i dolci, ma anche mangiarli?
Giò: Realizzo spesso la pastiera, quella classica. Purtroppo non mi piace molto mangiare i dolci. Certe volte mangio gli struffoli. Se volete vi do anche la ricetta:
45 minuti per la realizzazione e 15 minuti per la cottura. In totale ci vuole un’ora. Ricordatevi che non bisogna essere tirchi né di tempo né di condimenti e poi, un altro consiglio, quando fate un dolce, pensate anche ai vicini di casa o agli amici. Dico questo perché per me la cucina è condivisione.
La cucina napoletana necessita di tanto tempo. Pensa che quando devo qualcosa a qualcuno, preferisco fare una pastiera, che è difficile da realizzare. Allora? Volete prendere nota per la ricetta degli Struffoli? Per 8/10 persone.
Gloria: Vai, Giò, i nostri ascoltatori sono pronti.
Giò: 400 gr. di farina, 3 uova medie, 80 grammi di burro, 40 grammi di zucchero, due cucchiai di liquore all’anice oppure Rum, la buccia grattugiata di un’arancia e di un limone, un cucchiaio raso di lievito per dolci, un pizzico di sale e 600 milligrammi circa di olio per friggere. Infine decorare sopra con 300 grammi di miele.
Gloria: Quale miele? Ce n’è uno in particolare oppure quello che abbiamo in casa?
Giò: Brava, quello che abbiamo in casa. Io sono per quello che abbiamo in casa. Niente spesa, niente stress. Va benissimo un miele liquido. Poi aggiungete tre cucchiai di confettini colorati, i diavolini e la frutta candita. Quindi impastate tutto e friggete nello strutto. Mettete gli struffoli in un contenitore, versateci sopra il miele a cascata, aggiungete i confettini e tutto il resto. Potete realizzare delle monoporzioni mettendoli in vasetti piccoli o realizzare una bella cofana come piace a me.
Gloria: E “chissene” delle calorie, aggiungerei, eh? 😉
Giò: Secondo me bisogna saper bilanciare. Mangia, quando puoi mangiare. Ci sono giorni in cui non è possibile, altri ci si può lasciar andare. Non può essere sempre domenica, a volte anche lunedì. 😉
Gloria: Ora che abbiamo fatto venire fame ai nostri amici che ci ascoltano, cambiamo discorso e parliamo dei tuoi progetti. Tu hai fatto e fai un sacco di cose nella vita, Cantanapoli (il musical), scrivi di musica e teatro per L’opinione e sei la direttrice artistica di un evento spettacolare a Roma, che dura ben novanta giorni e che quest’anno ha addirittura accolto un milione e settecento mila visitatori. Un successone, anzi, un record.

Giò: La manifestazione si chiama “Lungo il Tevere… Roma”. Lungo le banchine del Tevere. Io gestisco il salotto culturale, il Salotto Tevere, sotto a Ponte Cestio.
Giò: A disposizione centoventi poltrone, uno spazio totalmente gratuito in entrata e in uscita. Ogni sera viene presentato un libro e poi ci sono tanti spettacoli, si parte il 12 giugno e si finisce il 28 agosto.
Gloria: Ma è un evento organizzato dal Comune di Roma?
GIò: No, Gloria. Trattasi di evento privato. lo gestiscono la Vela D’Oro e Gianni Marsili, ex produttore discografico. Ha prodotto da Gianni Morandi a Renato Zero. Da undici anni ha questa concessione e ce l’avrà ancora per altri undici anni. Evento che merita applausi tutti i giorni, questo perché gestire un evento del genere in maniera privata non è semplice. Quest’anno ci sono stati 1.700.000 visitatori e abbiamo avuto anche il cinema della Regione. Ci sono venuti a trovare Ozpetek, Virzì, la Morante e tanti attori. Ha aperto la manifestazione Carlo Verdone. Il tutto organizzato da Scena, un’associazione della Regione Lazio.
Gloria: E allora non ci resta che partecipare l’anno prossimo a questo bellissimo evento. Giò ci tenevo ad informare i nostri ascoltatori che sono veramente felice per te e per una bella notizia che hai ricevuto ieri sera. Ci vuoi dire quale proposta ti è arrivata?
Giò: Siccome non avevo niente da fare (risata), ho deciso che da lunedì 12 dicembre, riprendo con “L’Emigrante”, un programma inizialmente nato per la radio ed ora, invece, da lunedì 12 dicembre riprende in maniera quotidiana tutti i giorni alle 14:30 su Cusano TV, canale 264 del Digitale Terrestre. A L’Emigrante si parla di storie di persone che vivono la Capitale, ma non sono native di Roma, proprio come me. Io sono il classico esempio di ospite di questa trasmissione. Immagina: l’ospite arriva con un fagotto, una valigia mappata, che è un fazzoletto piegato in quattro col fiocco sopra e, dentro, ci sono degli oggetti. Grazie a questi, costruiremo l’intervista dell’ospite, che magari viene a presentare un libro o uno spettacolo. A L’Emigrante può venire chiunque, qualsiasi persona che vive la capitale, ma è nato/a altrove. Come dicevamo all’inizio dell’intervista, Roma abbraccia tutti.
Gloria: Complimenti per questa bellissima notizia. Hai già stappato la bottiglia per festeggiare?
Giò: L’ho fatto ieri. Ti spiego il perché. Il giorno prima mi avevano proposto di fare il programma su un’altra rete, ma non ho accettato; del resto, io amo anche stare dietro le quinte come autrice, visto che sono anche giornalista. Poi è arrivata questa nuova proposta per Cusano e non ce l’ho fatta a dire di no.

Gloria: Direi che hai fatto bene. Giò, concludiamo questa intervista con una tua bellissima canzone, scritta per la parte letteraria da te e per la parte musicale da Enrico di Napoli. Devo ammettere che è bellissima. Io, che sono un’anima rock, appena l’ho sentita mi sono emozionata per la tua grande interpretazione. Si chiama Il Grande Anfitrione.
Giò: Grazie! Questa canzone è anche la sigla de’ L’Emigrante.
Gloria: Giò, ti ringrazio tantissimo per questa intervista, spero di incontrarti di persona quanto prima, visto che vengo a Roma molto spesso, magari anche per l’evento a Trastevere. Ora ascoltiamo Giò di Sarno con Il Grande Anfitrione. Un saluto a tutti e ricordatevi di “mangiare i dischi”, che fanno bene alla salute. Ciao!
Giò: Dire che potremmo vederci anche prima, mancano ancora sette mesi all’evento. Ringrazio te e tutti gli ascoltatori della radio. Buon Natale e buon 2023! Ciao!
Author: Gloria Bonucci
I Mangiadischi Affamati di musica è un programma radiofonico di Radio Bologna Centrale Web, che si occupa di arte culinaria e di musica. Gloria Bonucci, cuoca e cavatrice di tartufi - nonché musicista - e Fulvio Felisi, "chansommelier" di brani musicali, vi faranno entrare nel loro mondo per servirvi tanta musica rock, che sarà la portata principale, condita da interessanti racconti a tema e interviste esclusive ad artisti del settore musicale, di quello agricolo e di professionisti del food and beverage. View all posts by Gloria Bonucci